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Le misure fiscali del decreto #CuraItalia del 16 marzo 2020

Sospensione lunga per sedici settori

Si allunga la lista dei settori più colpiti dall’emergenza sanitaria e per le quali scatta la sospensione fino al 31 maggio dei pagamenti di ritenute, contributi previdenziali e assistenziali e dell’Iva di marzo. Come annunciato ieri dal ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, alle 15 filiere indicate dall’articolo 58 del «decreto di marzo» si aggiunge il trasporto merci.

Per questi settori, che spaziano dal turismo alla ristorazione, dallo sport alla cultura (si veda l’elenco qui sotto) la sospensione dei versamenti è per tutti i contribuenti a prescindere dal tetto di fatturato di 2 milioni di euro previsto per imprese, autonomi e professionisti di altri settori. In questo secondo grande gruppo rientra certamente anche il commercio al dettaglio, pesantemente colpito dalla serrata imposta per contenere il contagio.

Si riprenderà a pagare a maggio in unica soluzione o in 5 rate.

I settori ammessi in toto alle agevolazioni

Cosa per i settori non in lista cui sopra

Proroga al 20 marzo per tutte le aziende con fatturato superiore a 2 milioni di euro escluse dalla lista di cui sopra.

Confermata proroga al 31 maggio per le aziende con fatturato inferiore a 2 milioni di euro escluse dalla lista di cui sopra. Si riprenderà a pagare a maggio in unica soluzione o in 5 rate.

Partite IVA individuali: a marzo prima tranche da 600 euro

Un’indennità di 600 euro a marzo per oltre 4,8 milioni di autonomi erogata dall’INPS. La previsione esclude di default tutti coloro che oggi versano i contributi alle casse previdenziali professionali, diverse dall’INPS, anche separate, come i giornalisti (Inpgi), gli avvocati (cassa forense), i commercialisti (Cndapc) e così via.

Interessa liberi professionisti titolari di partita Iva (attiva al 23 febbraio), co.co.co iscritti alla gestione separata, autonomi delle gestioni speciali Ago, commercianti e artigiani, stagionali del turismo e degli stabilimenti termali (senza lavoro dal 1° gennaio 2019), operai agricoli a tempo determinato (con 50 giornate lavorate nel 2019)e lavoratori dello spettacolo (con almeno 30 contributi versati al Fondo pensioni e redditi entro 50mila euro).

Indennità di sede: 100 euro per chi resta in ufficio

Arriva un “premio” per i lavoratori dipendenti di 100 euro da rapportare al numero di giorni di lavoro svolti nella propria sede di lavoro nel mese di marzo (nonostante l’emergenza coronavirus). La misura vuole incentivare la presenza in azienda, riconoscendo un contributo economico a chi per un qualsiasi motivo non può svolgere la prestazione lavorativa in modalità agile (vale a dire da remoto). Il premio non sarà però per tutti. La norma infatti assegna il bonus monetario ai lavoratori che hanno un reddito complessivo di importo non superiore ai 40mila euro. Il “premio” verrà corrisposto dai sostituti d’imposta in via automatica a partire dalla retribuzione corrisposta ad aprile e comunque entro il termine di effettuazione delle operazioni di conguaglio di fine anno.

Bilanci 2019: Assemblee, c’è tempo fino a giugno

Il decreto con il nuovo pacchetto di misure per fronteggiare l’emergenza sanitaria interviene anche su tempi e modalità di svolgimento delle assemblee societarie chiamate all’approvazione dei bilanci 2019. Il testo istituisce innanzitutto una proroga della data utile, che dai canonici 120 giorni dalla chiusura dell’esercizio previsti dal Codice civile slittano a 180, quindi dando tempo sino a tutto giugno, anche in deroga agli statuti.

Credito d’imposta al 60% sulla locazione di marzo per negozi e botteghe chiusi per la pandemia

Ai soggetti esercenti attività d’impresa è riconosciuto un credito d’imposta nella misura del 60 % dell’ammontare del canone di locazione, relativo al mese di marzo 2020, di immobili rientranti nella categoria catastale C/1.

Si applica solo alle attività che per effetto del DPCM del 11/03/2020 hanno dovuto chiudere gli esercizi al pubblico.

 

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